Ecco come agiscono i due composti più utilizzati per ricostruire l’unghia.
GLI ACRILICI
La ricostruzione in acrilico utilizza un liquido e una polvere che, mescolati insieme e attivati dal calore, reagiranno chimicamente per formare l’unghia artificiale.
Il liquido è in realtà un composto di monomeri, mentre la polvere è un insieme di polimeri che, agendo come mezzo di trasporto, contengono l’iniziatore (attivato dal calore) e altri additivi. Gli additivi possono essere per esempio i coloranti, o alcuni elementi chimici che rendono il risultato più naturale.
Il calore ambientale e corporeo rompe in due una molecola dell’iniziatore (polvere), generando due radicali liberi; ognuno di essi sollecita il monomero (liquido) conferendogli l’energia, e viene completamente eliminato. Il monomero sollecitato si unisce alla coda di un altro monomero trasferendo l’energia acquisita, fino a quando tutti i monomeri sono legati insieme in una fitta massa di lunghe catene. Le catene, allungandosi, si legano avvolgendosi attorno al polimero (polvere), il quale non reagisce, ma funziona solo da mezzo di trasporto dell’iniziatore.
La consistenza del composto
La consistenza è data dalle rispettive quantità di liquido e di polvere mescolate per creare l’unghia artificiale e determina molta della sua forza.
• Una consistenza molto asciutta offre la migliore resistenza, ma causa rotture e sollevamenti per la minore adesione;
• una consistenza troppo liquida è poco resistente, ed è una delle maggiori cause di reazioni allergiche sui clienti e sugli onicotecnici.
• La consistenza media è la migliore: l’unghia artificiale è resistente, flessibile e aderisce molto bene all’unghia naturale.
I GEL UV
La ricostruzione in gel utilizza un unico prodotto pre-composto dalla consistenza densa che, attivato dalla luce UV, reagirà chimicamente per formare l’unghia artificiale. Gli iniziatori, i monomeri e gli additivi sono contenuti insieme nello stesso prodotto.
La polimerizzazione, in caso di monomeri attivati con la luce, è più difficoltosa perché i raggi UV non riescono a penetrare molto in profondità nel prodotto. Ecco perché, per facilitare la reazione, alcuni monomeri sono già in parte uniti tra loro all’interno del composto.
I gel infatti sono costituiti da catene corte, che non sono né monomeri né polimeri, ma che stanno nel mezzo: sono oligomeri.
La luce UV, conferita da speciali lampade, rompe in due una molecola dell’iniziatore generando i due radicali liberi e dando il via alla reazione a catena; i monomeri sono già legati in oligomeri e quindi la formazione dei polimeri sarà molto più facile e veloce.
• La consistenza più densa e viscosa del gel riduce l’evaporazione e l’odore. Sono prodotti pre-dosati e sono più facili da usare, ma è necessario tener conto di una regola importante: più spesso è lo strato, meno efficiente è la polimerizzazione. E’ molto meglio usare 3 o 4 strati più sottili piuttosto che 1 o 2 strati più spessi, perché così potrà penetrare una maggiore quantità di luce.
• E’ importante anche rispettare i tempi di esposizione del prodotto alla luce UV per completare correttamente la polimerizzazione ed utilizzare lampade con una potenza in watt adeguata. Per questo la condizione dei suoi bulbi è vitale: dovrebbero essere sostituiti ogni 6 mesi, anche se sembrano funzionare bene.